INTERVISTA AL MAESTRO FEDERICO BONSIGNORI :ATMOSFERA, SUONI E MUSICA NEI FILM
Federico Bonsignori :chitarrista, musicista, compositore, arrangiatore, insegnante pisano diploma chitarra classica conservatorio e diploma professionale chitarra jazz accademia lizard di fiesole, più vari seminari e studi di composizione classica la mia attività è poliedrica suono professionalmente come solista o in formazioni di tango o jazz o pop in italia e all'estero ,accompagna cantanti o compone da diversi anni per il teatro, recentemente ha collaborato con l'artista svedese Liselotte Wajstedt ad un progetto sull'arte visuale e la musica,alterna alla composixione di musiche per teatro con la regista Cristina T. Chiochia a tanto altro, tra cui il gruppo di Tango Y mas.
Domanda:"Durante il secondo incontro previsto nella Biblioteca calveirate e' presvisto un suo intervento sulla musica nei film, in particolare riguardo all'atmosfera che genera"
Risposta."Parlare di musica nel cinema vuol dire anche e soprattutto atmosfera generata dal suono. La musica, arte dei suoni con regole generalmente accettate e seguite per citare la Poltronieri, espressione artistica eterea, incorporea, scultura dell'aria ma anche arte eclettica comunicativa ed universale.E' giusto dire che non esistono la musica e il cinema come espressioni distinte ( anche se dal punto di vista legale ciò è negli Stati Uniti), ma forse è più giusto dire che esiste il" cinema di musica"! "
Domanda : "Una specie di arte sonora? Un'estetica, quasi una poetica come diceva Chion Michel?"
Risposta:" l'arte sonora nel cinema è cinema. La musica come settima arte assume delle connotazioni e delle tecniche precise che con dovute eccezioni ricordano più una bella trama, un bell'ordito che l'esplosione creativa di un genio rinascimentale".
domanda:"secondo lei, questo da cos'e' determinato?"
Risposta
:"Questo è determinato in maniera non secondaria dai ristretti tempi di composizione richiesti dal regista o dalla produzione. Creare atmosfera tramite il rapporto fra musica e immagine non implica necessariamente approfonditi studi di composizione o di alta formazione musicale; spesso si utilizzano metodi più pratici e sintetici. D'altronde il cinema è la massima sintesi delle varie arti e le consegna alla storia, è arte della luce e artigianato del suono".
Domanda:"bellissima immagine quella dell'arte della luce, la grande arte della luce e dell'ombra, diceva Mannoni.. "
Risposta:"certo! Spesso nella scrittura musicale cinematografica si utilizzano le cosiddette armonie campione, una sorta di banca dati per le diverse situazioni: l'attesa, la paura, la gioia, arrivano i nostri ecc. Nei film spesso è il regista a dettare le regole; ricordando atmosfere precise di altri film egli vuole che esse vengono ricreate, per cui si compone utilizzando forme stereotipate.Tutto questo determina anche nello spettatore una sorta di memoria collettiva musico-cinematografica.Una sorta di compromesso artistico del musicista è stato, passatemi il termine, il saccheggio di temi classici in prima linea, ma anche popolari o leggeri. Ad esempio Ennio Morricone, ne "La battaglia di Algeri " di G. Pontecorvo, cita la" Passione secondo Matteo" di Bach ; nel film "Uccellacci e uccellini" di P.P. Pasolini il "Don Giovanni" di Mozart; nel mitico western "Per un pugno di dollari" il "De guello" di Dimitri Tiomkin, tra l'altro gia saccheggiato in molti altri western anche americani! Il compositore spielbergiano John Williams, detentore del maggior numero di Oscar vinti, nel terrificante "Lo squalo" di S. Spielberg riprende il grande pathos della "Sinfonia del nuovo mondo" di Dvorak. Nino Rota, pluripremiato con Fellini, ne "La dolce vita" cita "L'opera da tre soldi" di Brecht-Weill, o addirittura si autocita con una storica causa per diritti d'autore ne " Il padrino parte seconda", riprendendo tale e quale la musica del vecchio film "Fortunella" con E. De Filippo; o ancora, Ruiki Sakamoto riprende ne "Il piccolo budda" di F. Zeffirelli il motivo liturgico del" Dies irae", a sua volta già ripreso da M. Ravel nella "Pavane por un enfant defunt", ma anche molti temi di C. Debussy o musica impressionista in genere. Citiamo anche la famosa causa fra Francis Lai autore di "Love story" e Stelvio Cipriani autore di "Anonimo veneziano".
domanda:"per concludere quindi, come definirebbe l'atmosfera, i suoni e la musica nei film?"
Risposta:" è giusto ribadire che, dati i tempi brevi richiesti al compositore, spesso è inevitabile cadere in musica già sentita, il che avviene anche in modo assolutamente inconsapevole da parte dell'autore; senza contare inoltre che la musica, in quanto cultura, si basa su processi di stratificazione di opere precedenti".
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